La seduzione dell’istante
Cleup, 2008ISBN: 9788861291645

La seduzione dell’istante, volumetto di tre racconti pubblicato nel 2008, è un passaggio per me importante per due motivi: rappresenta la prima pubblicazione in cui rinuncio alla poesia, ed è una riflessione, personale e laica, sulla morte, tema pesante che ho trattato in modo leggero, attraverso tre storie che parlano di memoria, speranza, realtà cruda e dolorosa, altre possibili dimensioni dell’esistenza. Ricordo di averle scritte dopo aver letto la raccolta di aforismi di Nicolás Gómez Dávila In margine a un testo implicito, in particolare quello che recita: non potendo parlare sempre della morte, tutti i nostri discorsi sono banali. Per gioco, avevo fatto scrivere la premessa del libro a Tobia Mariotti, il mio personaggio investigatore ed ex ladro:

 

Aprì gli occhi una notte, all’improvviso.

Il sonno lo aveva abbandonato e si sentì sull’orlo di una scogliera altissima a contemplare stupito il mare sotto di lui, come se fosse stato il torpore da cui era appena emerso.

Era lucido, in pieno equilibrio fra il prima e il dopo, pienamente consapevole di quell’istante.

Vivo!

Comprese che quell’attimo gli offriva una luminosa consapevolezza, la chiave di accesso ai misteri dell’esistenza.

Prese carta e penna e cominciò a scrivere di personaggi che vivevano, amavano, incontravano il dolore, la felicità e la morte, il reale e l’irreale.

Scrivendo, capì che il significato dell’esistenza è la persona e che comprendere la vita equivale a conoscere la morte.

Fu a questo punto che si spaventò.

Allora rilesse ciò che aveva scritto e si sentì confortato. Erano solo storie, storie inventate.

Poi prese la rincorsa e si tuffò nel mare placido sotto di lui, riaddormentandosi immediatamente. Così è nato La seduzione dell’istante.

 

Se li rileggo oggi, i racconti mi sembrano che abbiano retto al tempo abbastanza bene, e mi provocano ancora un certo turbamento. Forse conviene sposare l’opinione di Behrens, il medico primario del sanatorio Berghof, teatro de La montagna incantata di Thomas Mann: “Conosco la morte, sono un suo vecchio funzionario, mi creda, la si sopravvaluta. Le posso dire che non conta quasi nulla…”